domenica 23 gennaio 2011

Lavoro

Lavoro, lavoro; che odio, il lavoro!
Ti schianta, ti arresta, se lavori
annichilisce, svilisce, ti svuota, il lavoro;
lo fai per vivere, per soldi, per onori:
comunque sia ti spreme, il lavoro. 
Si sfrutta, col lavoro, si ammassano tesori;
si corre, ci si sfianca, tutti in coro:
sinfonia del vacuo, del nontempo, del fuori:
fuori dal progresso, fuori dallo sviluppo,
fuori dal lavoro; lì, nel non lì, tu muori.
Muori perché si dà senso a ciò che non ne ha:
quale progresso? Dove andiamo?
Zitti e avanti tutta. Per dove?
Non si sa.
Ma non disturbate il macchinista.

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